e mi ritrovo a tremare.
le gambe voglino star ferme ma in fondo non ci riescono. quella sensazione di qualcosa che è dentro di te, pronto ad esplodere e che invece, tuo malgrado, devi reprimere, contenere entro i limiti del tuo controllo emotivo, sociale, fisiologico, biologico a tratti epidermico.
aveva ragione Seneca nelle sue lettere a Lucilio, che Vale mi aveva regalato tempo fa: ovunque vai, anche in capo al mondo, i tuoi dolori vengono con te.
purtroppo è vero.
quell'apparente sensazione di calma è spazzata via in tre secondi netti. quell'instabile equilibrio tra il voler smettere e continuare è maledetto perchè ti logora e non ti dà tregua...
perchè i piaceri li ricordi ma di volta in volta sbiadiscono nel ricordo piacevole che ti fa sorridere e star bene per qualche secondo, mentre i dispiaceri ti tengono stretto il cuore e la mente con la stessa identica intensità comprimendo emozioni e sensazioni? perchè i dispiaceri provocano tutto sommato nostalgia e ti fanno star male ma continuano comunque a farti provare rabbia e rancora verso chi o cosa te li ha provocati?
l'unica soluzione, apparente, è breath in and breath out...
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