mercoledì 2 gennaio 2008

Mary in the Usa, Io in the Getta


vi allego qui sotto una mail che mi ha mandato la mia amica marilù qualche giorno fa. ha deciso, magnificamente e fantasticamente, di trascorrere le vacanze di natale IN THE USA, beata lei!

io invece ho deciso, tragicamente e devastatamente, di trascorrere dove le trascorro sempre... IN THE GETTA (VALMONTONE)... che culo è?! Mari la prossima volta vengo con te!

per questo viaggio mi rimane solo la consolazione di averle dato qualche dritta via sms su qualche cool shop, i posti per lo shopping degni di nota, quelli che solo io e fiore conosciamo per intenderci :-) tra qualche giorno mi manderà le foto...intanto ve ne ho postata una io...


Ora lascio la parola, anzi la tastiera, a Marilù:

Ciao!!Quest'anno il mio Natale e' davvero strano, tra cactus, coyote, deserti ecanyon. Mi sembra tutto cosi' irreale! Vorrei quindi condividere con voi unaparte di quello che sto vivendo, se avete voglia piu' giu'trovate le mieimpressioni sul viaggio che sto facendo tra Arizona, Nevada e California. Vi auguro un bellissimo Xmas, siete ne mio cuore, oggi piu' che mai, mimancate tanto!Un bacio,Marilu'Sole, sete, solitudine. Sono queste le prime parole che mi venivano in menteprima di torvarmi nel deserto, ma questo viaggio in Arizona ha decisamentecambiato la mia prospettiva. Scottsdale, Phoenix.


MY PERSONAL CANYON
Approdo qua di notte, in questo quartiere residenziale dove vive mio zio,dopo un volo estenuante. Lungo la via nel buio non distinguo nulla, solo deicactus che mi stanno subito simpatici. La casa e' davvero bella, strutturamessicana arredata con gusto europeo, uno splendido mix. Certo, di notte misembra inserita nel nulla, alla fine di una larga via dove ci sono solocasette ad un piano, una dietro l'altra. Desolante penso, ma anche che perun reale giudizio devo aspettare la luce. La mia camera e' spaziosa, muoionel letto ma il jet lag si fa sentire: alle 4 sveglia naturale, rassegnataattendo l'alba. Verso le 7 e mezza il primo miracolo di questo viaggio: ilsole sorge sul canyon, illuminando ogni cosa prima di rosso poi di giallo.Meraviglioso. Mi affaccio alla finestra: davanti a me rocce e cactus eniente altro. Assurdo. Esco di corsa e mi guardo intorno: davvero sonoimmersa nel deserto!! Silenzio, luce dolce, rocce: my personal canyon.


ON THE ROAD TO LAS VEGAS
Partiamo presto, direzione Las Vegas. Attraversiamo il Sonora Desert, unviaggio lungo piu' di 5 ore in cui incontriamo un tipico cowbar sperso nelnulla dove troviamo il Caffe' Illy (mah. magie del marketing italiano) e unatipica proprietara di motel che ci minaccia di chiamare la polizia perche'sembriamo tipi sospetti in quanto italiani (mah, follie del marketingAmericano). Il paesaggio e' pazzesco, miglia e miglia e miglia e miglia dinulla dove anche i coyote si sentono soli. Vallate, pianure, montagne sisusseguono in religioso silenzio, l'uomo non c'entra con questo, non ci sonoabitazioni, niente villaggi, solo una sconfinata natura che a tratti sembradisperata, niente alberi, niente erba, niente fiori, anche I cactus ci hannoabbandonato. Attraversiamo il confine con il Nevada e subito incontriamo il primo Casino.Sul display luminoso che troneggia all'entrata vengono pubblicizzate "Stanzea 39 dollari", "Cocktail di gamberetti a 99 centesimi", si augura a Ipassanti "Happy holidays" e si invoca "God bless our forced armies". Cosa?"Dio benedica le nostre forze armate??" A quanto pare in Nevada I soldatisono sullo stesso piano dei gamberetti.mmm. curioso.


Las Vegas parte 1: GOD KILL VEGAS
Dopo lo sconfinato deserto piombiamo a Vegas, una citta' che vive solo edesclusivamente per la Strip, ovvero il Las Vegas Boulevard dove di trovanotutti I piu' famosi Casino. Uno dietro l'altro ecco il Luxor, fedeleriproduzione della Piramide di Giza, il New York New York, fedeleriproduzione della Big Apple, il Bellagio, fedele riproduzione del Lago diComo, il Pasi, fedele riproduzione di Parigi, il Venetian, fedeleriproduzione di Venezia etc etc etc. La Strip e' tutta una fedele eterribilmente falsa riproduzione di qualcos'altro, ma quale diamine e' lavera identita' di questa citta'? A cosa serve? Dopo dieci minuti mi e'subito chiaro: la possibilita' del gioco e' uno specchietto per le allodole,il vero business qua e' la prostituzione. Migliaia e migliaia di ragazze adisposizione per qualsiasi tipo di perversione, club per soli uomini,spettacoli di burlesque che finiscono nelle stanze da letto, tutto legale enon soggetto a tasse. Amore a pagamento, anche questo finto come tutto ilresto.


Las Vegas parte 2: GOD SAVE VEGAS.
Ok, ormai sono qua, di giocare non me ne frega niente e non posso tornare indietro, meglio prendere quello che di buono offre la Strip. Trovo unarivista con il "What to do in Vegas" e comincio a dare un'occhiata aglispettacoli. Mi colpisce subito "Love" del Circle du Soleil: loro sonofantastici, ho visto gia' a Roma delle performance, mi piacciono molto.Vado avanti e trovo altri loro 3 spettacoli, tutti contemporaneamente a LasVegas. Confesso la mia ignoranza: non sapevo che il Circle praticamente e'di base qua, I casino gli consentono di avere un palco sempre a disposizioneper le prove e gli show, roda qua tutte le produzioni che poi porta in giroper il mondo. Sono indecisa tra "Mystere", collaudato emozionante sogno, e"Zumanity", il lato sensuale del Circo (come recita il claim), uno show sexyed erotico (del resto, sono a Vegas). Decido di sottrarmi alla logica dellaStrip e opto per "Mystere", pagandolo una cifra ridicola. Semplicemente,ieraticamente meraviglioso, un sogno lungo 2 ore fatto di acrobati leggeri eleggiadri, musiche avvolgenti, ballerini eterei e inconsistenti, tutto su unpalco movente che si apriva, chiudeva, allungava, stringeva incontinuazione. Niente di comparabile a quanto avevo gia' visto. Escoestasiata e cerco altri show, Celine Dion, Tom Jones, gli Stomp. sembraproprio che sulla Strip ci sia una bella offerta, popolare se vogliamo, madi qualita'. E allora, quasi quasi, qualcosa di buono questa citta' looffre, forse la posso saLvare. ma si', God Save Vegas.


Death Valley: MA QUALE MORTA.
Da Las Vegas riprendiamo il deserto, fino li', a quella valle terribile emagnifica in cui si puo' venire solo d'inverno. Una landa immensa,sconfinata, di cui si riesce solo ad intravedere I confini, piena disorprese per la vista, come le bianche dune che improvvisamente spuntano nelnulla, le insenature strette di rocce rosse, la strada dritta di cui non sivede la fine, la tempesta di sabbia. Un posto incredibile, come tutto inquesto viaggio, in cui si puo' solo aprire la bocca e dire "oh my God". efregarsene se non ci sono bar, hotel, casino, uomini e cose.


Grand Canyon: L'ABBRACCIO DEL SILENZIO Da Las Vegas ci spostiamo a Flagstaff pronti per una giornata nel GrandCanyon. LUI sta a 2500 metri d'altezza, cavolo, e' un freddo micidiale ec'e' neve. Per arrivare da LUI percorriamo una strada dritta nonparticolarmente emozionante, piatta, sulla quale cominciamo a chiederci seLUI esiste davvero. Ah, eretici che non siamo altro, improvvisamente LUIappare, immenso, enorme, calmo e bellissimo. Lo vediamo dall'alto, a causadel gelo e della neve non e' consigliato scendere. Mi stupisce che non cisono recinsioni, praticamente si puo' cadere nel vuoto da un momentoall'altro, ma I ranger ci spieghiano che sorprendetemente nessuno haincidenti e che raramente qualcuno si cappotta. Saliamo fino a Yaki Point,ci siamo solo noi. Pericolosamente mi siedo sul ciglio , con le gambe apenzoloni nel vuoto e ascolto. Ascolto il silenzio del Grand Canyon, caricodi voci e di suoni, vivo, come una persona. Sono a centinaia dimetrid'altezza ma non ho paura, LUI mi abbraccia e mi circonda, con lasaggezza din un Grande Vecchio. Mi lascia intravedere il Colorado River cheogni giorno incessantemente da milleni lo erode millimetro dopo millimetro,e mi racconta le sue storie, di indiani e cercatori d'oro, di uomini persidietro ai loro sogni. Guardo giu' e l'emozione mi incanta, se potessivolerei a braccia aperte nel suo abbraccio. Non voglio andar via.


Sedona: RED ROCKS AND A CUTE GUY
Conservando LUI nel mio cuore mi sposto a Sedona, cittadina di artistiimmersa nelle Rocce Rosse del Grand Canyon Park. E' particolarissima, c'e'la stessa archittettura che caratterizza tutta l'Arizona, ovvero case bassecon I colori del deserto, sabbia, ocra, giallo, verdolino. Un intelligentepiano regolatore impone che non si usino altri colori per limitare l'impattoambientale delle costruzioni e cosi' e' tutto molto uniforme ma anchediscreto. Ci fermiamo a fare shopping in un negozio gestito da indiani, miserve un ragazzo dai lineamenti perfetti, occhi grandi, labbra disegnate,denti bianchissimi. Gli chiedo informazioni su un simbolo che vedocostantemente in giro, una specie di folletto stilizzato. Mi dice che e' ilCocopelly, un personaggio ritrovato in una grotta primitive che rappresentafecondita' e gioia. Iniziamo a parlare, mi racconta che conosce l'Italia, michiede le mie emozioni su LUI, gli dico che sono entusiasta e che vogliotornare, affittando una Cadillac rosa fucsia e percorrendo tutta la Route 66da Phoenix a LA. Mi chiede il mio nome, mi dice che gli piace, che soundssweet. E io come un imbecille me ne vado, senza prendere l'aggancio. Ah,Sedonaguy, want to come with me in the Cadillac??E adesso... go on in LA, san Diego, San Francisco, Hollywood... keep intouch!

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